Come funziona l’assistenza sanitaria agli anziani in Italia
Con una popolazione italiana che continua a invecchiare, il tema dell’assistenza sanitaria agli anziani è una delle questioni più delicate e importanti nel campo del welfare pubblico e privato. Secondo l’Istat, nel nostro Paese ci sono più di 2,8 milioni di over 65 non autosufficienti, ovvero il 20,7% degli anziani e il 40% degli ultraottantenni.
In questi casi è possibile optare per le cure domiciliari, occupandosi direttamente del proprio caro con l’ausilio dei servizi pubblici di assistenza, oppure ricoverare il familiare non autosufficiente presso una struttura specializzata. I servizi di assistenza pubblica vengono erogati dai Comuni e dalle ASL, mentre in alcune circostanze è possibile contare anche sull’appoggio di alcune associazioni, Onlus e cooperative convenzionate con l’SSN (Sistema Sanitario Nazionale).
Nelle situazioni più gravi, ad esempio quando l’anziano è affetto da patologie degenerative come la demenza senile, spesso è necessario l’ingresso presso una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale). In quest’ultimo caso bisogna verificare la disponibilità di un posto letto presso un centro convenzionato con l’SSN, oppure ricoverare il proprio familiare in una struttura privata in grado di erogare tutte le prestazioni di cui la persona non autosufficiente ha bisogno.
Chi paga la retta degli anziani non autosufficienti nelle RSA?
Quando il proprio caro necessita del ricovero in una RSA o una casa di cura inizia la ricerca della struttura migliore, tenendo conto della disponibilità, della qualità del servizio e della localizzazione del centro specializzato. Nel Centro e Nord Italia è disponibile l’assistenza sanitaria di Orpea Italia, gruppo francese presente nel nostro Paese con 24 strutture e 2453 posti letto, rinomato per il comfort alberghiero e la professionalità delle prestazioni socio-sanitarie proposte nella cura delle persone fragili e non autosufficienti.
Il ricovero dell’anziano in una struttura convenzionata con l’SSN permette di ricevere un contributo pubblico, in particolare il pagamento della quota sanitaria che in genere corrisponde al 50% delle spese per la retta della casa di cura o della RSA. Questa quota comprende tutte le cure fornite all’ospite all’interno della residenza per anziani, dall’assistenza sanitaria alle cure specialistiche di cui la persona vulnerabile ha bisogno, dall’igiene personale alle terapie che deve seguire a causa delle sue patologie.
Una seconda parte della retta è composta dalla quota alberghiera, la quale include tutti i servizi erogati dalla struttura per il soggiorno dell’anziano non autosufficiente, come la pulizia della stanza e la camera stessa. Nonostante in genere sia a carico dell’ospite e dei familiari, in alcuni casi è possibile ottenere un contributo pubblico anche per la quota alberghiera, beneficio che viene calcolato in base all’ISEE socio-sanitario dell’anziano per sostenere le persone e le famiglie che si trovano in una condizione di disagio economico.
Di norma, la quota alberghiera viene corrisposta attraverso la pensione del ricoverato, oppure quando non basta mediante il contributo dei familiari per la parte restante non coperta dall’assegno pensionistico dell’anziano. Questo pagamento permette di usufruire di una detrazione Irpef del 19%, anche in presenza di familiari non a carico. Esistono poi dei casi in cui i parenti non devono pagare la quota alberghiera, ad esempio per gli anziani con grave disabilità non autosufficienti o le persone con invalidità riconosciuta al 100%.
La proposta di riforma per il welfare alle persone non autosufficienti
Nonostante la presenza di aiuti pubblici alle persone non autosufficienti, il costante aumento della popolazione anziana e l’incremento dei costi per le cure specialistiche rendono necessaria una riforma del welfare per la non autosufficienza. Attualmente è in discussione tra il governo e le parti sociali una proposta di rinnovamento del sistema di assistenza sanitaria ai cittadini non autosufficienti, attraverso la creazione di un percorso unico con il Sistema Nazionale Anziani.
Previsto dal PNRR italiano, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato in larga parte con i fondi europei del Next Generation EU, questo progetto rappresenta uno sforzo comune per modernizzare e ottimizzare il welfare a disposizione degli anziani non autosufficienti. Nel dettaglio, viene proposta la creazione di un sistema unico per l’assistenza nazionale agli anziani, per superare la frammentazione costituita dai vari livelli di assistenza attuali erogati e gestiti da enti nazionali e locali.
Inoltre, si vuole costruire una filiera dedicata alle necessità degli anziani non autosufficienti, attraverso la predisposizione di una serie di servizi integrati e complementari, promuovendo la semplicità dei percorsi e la permanenza dell’anziano all’interno del suo ambiente domiciliare laddove possibile. In attesa della riforma del welfare sulla non autosufficienza, è importante essere consapevoli dei servizi assistenziali disponibili e scegliere la soluzione migliore per il proprio caro, valutando bene quando mantenerlo in casa e quando invece è necessario ricoverarlo presso una struttura per anziani di alta qualità.