Eroismo di tre Fabi: cosa si sa di questi personaggi storici? In quale guerra hanno combattuto?

La nostra cara Italia ha davvero tanto da raccontare: ogni anno, infatti, centinaia di migliaia di turisti si recano nella nostra penisola, per saggiare quello che è il nostro patrimonio. L’Italia, infatti, è uno dei paesi più belli, colmi di ogni forma di arte. Dalla musica, alla pittura, la storia romana ha influenzato notevolmente quella che è la nostra cultura. Oggi ci occupiamo proprio di cultura e vediamo cosa si intende per eroismo dei tre Fabii: cosa si sa di questi personaggi storici? In quale guerra hanno combattuto?

La storia romana non smetterà mai di influenzarci: ogni tassello della nostra cultura, del nostro parlare o delle nostre opere d’arte è riconducibile alla grandezza dell’Italia. Persone illustri hanno inorgoglito il nostro passato, come appunto i tre Fabii. Ma entriamo nei dettagli e vediamo chi sono questi personaggi.

Chi sono

Abbiamo notizia dei Fabii solo grazie a Tito Livio che, nella sua Ad Urbe condita II, 48, 5-50, 11, parla appunto di quello che è stato il sacrificio dei Fabii, durante la guerra contro Veio. Durante il consolato di Fabio e Tito Virginio, 300 nobili appartenenti alla figura dei Fabi ossia della gens Fabia, si batterono valorosamente durante la battaglia del Cremera. I Fabii appartenevano ad una delle più importanti gens all’epoca dei romani tanto che nel 485 a. C. fu nominato console Quinto Fabio Vibulano al quale, nei successivi 7 anni, si succedettero i seguenti fratelli.

Nel 479 a. C., al fine di distogliere le attenzioni del popolo alla gestione alquanto imbarazzante della politica interna, la famiglia decise di assumersi la responsabilità della guerra contro Veio, una delle principali città etrusche che sorgeva a pochi chilometri da Roma. Con questo gesto, infatti, la questione che aveva dato inizio alla guerra, divenne privata con quello che erano i costi e i benefici.

Livio riporta “trecentosei uomini, tutti patrizi, tutti membri di un’unica famiglia”, nonostante fonti corte riportano che in realtà furono addirittura 5000, fra i quali numerosi clientes dei Fabi che dovettero arruolarsi a causa dei rapporti instaurati con la famiglia.

La battaglia

La battaglia fu alquanto clamorosa, gli etruschi fecero credere di essere ancora meno forti di quanto fossero simulando una quella che aveva le fattezze di una ritirata. Tuttavia, una volta avanzati e avendoli resi certi della loro vittoria, i Veienti uscirono allo scoperto, disorientando i Fabii che furono massacrati. Dell’intera stirpe dei Fabi ne rimase solo uno, Quinto, figlio di Marco, poiché troppo giovane: circa 10 anni dopo, egli divenne console.