Intolleranza all’uovo: quali sintomi può provocare? Come trattarla?
L’uovo è uno degli alimenti più utilizzati in Italia e nel mondo. Nel Bel Paese, addirittura, pare che consumiamo oltre 200 uova pro capite ogni anno. Insieme ad un cospicuo aumento nei consumi sono arrivati anche degli aumenti nel numero di persone con intolleranza all’uovo che, dopo averle mangiate, manifestano alcuni sintomi (a volte anche abbastanza importanti). Sintomatologia che va trattata nella maniera migliore per ritrovare il benessere. Come fare? E come riconoscere quando è il caso di agire? Scopriamolo!
Intolleranza all’uovo, quali sono i sintomi?
Riconoscere e controllare, successivamente, l’intolleranza all’uovo non è complicato se mettiamo in atto i princìpi di una sana alimentazione. Essere intolleranti, difatti, significa che il nostro organismo non tollera più quel cibo che, quindi, viene recepito come fosse uno dei nostri nemici più importanti. Una sorta di infiammazione gastrointestinale. È l’albume, in particolare, a creare problemi dal momento che il tuorlo è quasi del tutto privo di allergizzanti. Ma quali sono i sintomi che ci avvertono che qualcosa non va?
Ci sono alcuni sintomi che è impossibile confondere quando si sviluppa un’intolleranza all’uovo.
- Orticaria e prurito generalizzato;
- mal di pancia;
- diarrea e vomito e conseguente sensazione di debolezza;
- grosse difficoltà nella digestione.
Nei casi più gravi, ma lì si parla già di allergie dal sapore più spiccato, si possono manifestare disturbi nella respirazione, sensazione di soffocamento, senso di vertigini. Vi sono alcuni casi di persone decedute a causa dell’allergia all’uovo.
Come trattare l’intolleranza alle uova
È possibile convivere con l’intolleranza all’uovo e, quindi, trattarla nella maniera corretta? La risposta è indubbiamente affermativa benché il tutto debba sempre essere seguito da vicino da un medico. Il trattamento che funziona meglio, specie nei primi momenti dopo aver scoperto di essere intolleranti, è quello di evitare di consumare anche un singolo uovo. Si parla, in questo caso, di un trattamento a base di dieta “eliminativa” in cui, per l’appunto, l’uovo non viene menzionato tra i cibi che possiamo consumare.
La dieta in questione deve durare almeno 40 giorni in modo da favorire l’organismo nell’importante compito di depurarsi da tutte le sostanze che ne hanno causato la reazione di intolleranza. Pare che assumere del ribes nero durante questo periodo aiuti a favorire il processo di eliminazione. Durante questa fase anche tutti i cibi che contengono uova vanno eliminati. Parliamo di cibi di consumo frequente come la pasta o i dolci ma è fondamentale fare questo sacrificio per ridare benessere al nostro organismo. Trascorsi almeno 40 giorni, viene rivalutata la situazione di ogni singolo paziente e, nei casi di riscontro positivo, l’uovo viene reintrodotto nella dieta in maniera molto graduale e lenta.
Per limitare i problemi con l’intolleranza all’uovo, specie nel momento in cui si ricomincia ad assumerlo, è importante cuocerlo nella maniera adeguata. Da recenti studi, infatti, è emerso che le uova, se cotte, riducono di oltre il 75% i propri poteri allergizzanti diventando molto più tollerate anche dall’organismo più ostico.