Legge 194 testo: che cosa dice? Qual è la sua storia? Quando è stata redatta?

Il tema dell’aborto ha sempre diviso l’opinione pubblica ed è un tema che ha sempre suscitato polemiche e dibattiti sotto l’aspetto morale, etico e politico. Dunque, prima del 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) non era assolutamente contemplata, o meglio era considerata un reato. Questo, ovviamente, non voleva stare a significare che prima della legge che disciplinasse le modalità di accesso all’aborto, questa pratica non venisse utilizzata, ma, molto spesso le donne che non volevano portare avanti la gravidanza si affidavano a strutture clandestine e a persone che praticavano l’interruzione di gravidanza senza possedere alcuna conoscenza del metodo e mettendo anche a serio rischio la salute della donna. Da qui, si iniziò a sentire l’esigenza di regolamentare questa pratica. Già nel 1973, un esponente del Partito Socialista Italiano, Loris Fortuna, fu il primo ad avanzare una proposta di legge per la regolamentazione dell’aborto. Di seguito alcune informazioni sulla Legge 194, sulla sua storia e su quando è stata redatta.

Legge 194 testo: che cosa dice?

Il testo del primo articolo della legge sostiene:

Articolo1
Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.

Nel secondo articolo la legge affida ai consultori familiari il compito di sostenere attivamente la donna che si trovi in difficoltà a causa del suo stato di gravidanza allo scopo di limitare le cause che potrebbero indurre una donna a decidere per l’IVG. Si dice anche che le strutture sanitarie possono prescrivere, se necessario, sistemi anticoncezionali a ragazze minorenni.

Legge 194 testo: Qual è la sua storia? Quando è stata redatta?

Prima del 1978, non vi era alcuna legge che regolamentava l’aborto. Prima della legge 22 maggio 1978, n. 194 ricorrere all’aborto era considerato un reato, punibile dal codice penale italiano. Era vietato far abortire una donna non consenziente, era vietato far abortire una donna consenziente, così come era punibile istigare all’aborto e causarlo volontariamente. Anche se, secondo l’art 551 del codice penale le condanne che oscillavano dai 2 ai 7 anni e che venivano aumentate in caso di lesione o morte della donna, facevano eccezione se l’atto svolto aveva l’obiettivo di salvare l’onore proprio o quello di un prossimo congiunto, con le pene ivi stabilite diminuite dalla metà ai due terzi.

Come spesso succede questa tematica è stato oggetto di dibattiti e polemiche, che vedeva schierati da un lato la Chiesa che giudica inammissibile l’aborto e dall’altra le donne che non si sentivano libere di decidere per il proprio corpo. Dunque, per evitare che le donne ricorressero a metodi approssimativi e pericolosi per interrompere una gravidanza indesiderata, il partito radicale, insieme ad altri movimenti politici, diedero vita a una campagna di sensibilizzazione che si concluse con l’emanazione della legge 194 del 22 maggio 1978, per regolamentare l’interruzione volontaria di gravidanza. A causa della diversità di visione tra cittadini, movimenti politici (partito radicale) e associazioni cattoliche, i cittadini italiani, il 17 maggio del 1981, vennero chiamati a votare con un referendum. I cittadini italiani rifiutarono l’abrogazione  della legge, tutt’oggi in vigore.