Oneri di urbanizzazione: quando si devono pagare? Come si calcolano?
Sicuramente, chi recentemente si è trovato a dover costruire un immobile oppure a ristrutturarne uno vecchio, saprà che, oltre alle spese previste per i lavori, si devono pagare anche gli oneri di urbanizzazione. In caso contrario, per chi ha in mente di intraprendere questi lavori in futuro e non fosse a conoscenza di questi oneri di urbanizzazione, questo articolo vi chiarirà le idee.
Oneri di urbanizzazione: cosa sono?
Prima di entrare nel dettaglio dei pagamenti, vediamo insieme cosa sono questi oneri e perché è necessario pagarli. Gli oneri di urbanizzazione sono dei contributi, quindi non possono essere identificati come tasse, che è necessario versare al Comune per poter costruire o effettuare lavori di ristrutturazione, una sorta di richiesta di permesso. Tale pagamento deve avvenire in quanto qualsiasi intervento implica un aumento del carico urbanistico e il cambiamento di uno scenario già preesistente. In sintesi, si devono versare gli oneri di urbanizzazione sia per costruire un nuovo immobile che per ristrutturarlo o ampliarlo. Gli oneri non sono tutti uguali, ne esistono, infatti, di due diversi tipologie:
- Urbanizzazione primaria: dove vi rientrano strade, parcheggi, illuminazione pubblica, fognature, aree verdi attrezzate, ecc
- Urbanizzazione secondaria: dove vi rientra la realizzazione di asili, scuole, uffici comunali, impianti sportivi, ecc
Ovviamente, dall’elenco sopra indicato, si evince che tra i piani di urbanizzazione non si citano gli immobili privati. Questo, segue per logica il concetto già spiegato, cioè che il pagamento degli oneri di urbanizzazione sono finalizzati alla realizzazione di tutti i servizi necessari alla comunità.
Oneri di urbanizzazione: quando si devono pagare
Come anticipato, gli oneri di urbanizzazione devono essere pagati nei casi in cui si intenda costruire un immobile nuovo, oppure ristrutturare o ampliarne uno già esistente. Ma, esistono alcuni casi in cui il pagamento non è previsto, come ad esempio quando gli interventi previsti non vanno ad aumentare il carico urbanistico oppure quando questi interventi sono destinati alle zone agricole. Ma, eccetto questi rari casi, il pagamento è obbligatorio, anche perché in caso contrario, il Comune non rilascerà il permesso per procedere con i lavori. Soli nei casi di ristrutturazione edilizia il pagamento può essere posticipato, in quanto il calcolo del versamento viene presentato solo al termine dei lavori.
Oneri di urbanizzazione: come si calcolano
Non vi è un versamento univoco per quel che riguarda gli oneri di urbanizzazione. Solitamente, l’importo varia in base alla destinazione d’uso dell’immobile in questione. Tali oneri vengono definiti tramite una delibera rilasciata dal consiglio comunale che varia in base a una serie di parametri, tra cui: le caratteristiche demografiche del Comune, la sua ampiezza e le destinazioni di zona indicate nel Piano regolatore. L’importo varia ogni tre anni e, il versamento, può essere fatto in un’unica soluzione oppure in alcuni casi anche a rate, con un acconto del 50% per avere il permesso di iniziare a costruire. Anche perché, ricordiamo che, in caso di mancato pagamento non verrà rilasciato alcun permesso. Se, si volesse provare a calcolare autonomamente gli oneri di urbanizzazione, è necessario moltiplicare il volume (reale o virtuale) per il valore degli oneri primari e secondari previsti dalla deliberazione di Consiglio Comunale in relazione alla categoria di intervento di ristrutturazione edilizia.